Chi da bambino (e non solo) girovagava nei canali delle tv locali in cerca di quei cartoni animati così diversi da quelli patinati delle reti nazionali sicuramente avrà per sempre nella memoria KEN IL GUERRIERO.
E alla soglia dei 27 anni mi son ritrovato al cinema emozionato nel poter vedere su grande schermo le membra esplose con la tecnica Hokuto (o i corpi affettati del Nanto style).
La storia del film è una porzione della prima serie animata in cui Ken deve vedersela con Sauzer e la sua brama imperialista (per chi conosce la storia di Ken è inutile che mi dilunghi, per coloro non la conoscessero non mi dilungo ugualmente).
Le vicende e le atmosfere sono rimaste immutate, i disegni sono meno rozzi così come il ritmo è modificato in virtù del respiro cinematografico. Certo i personaggi mantengono una certa caratterizzazione ottusamente idealista e forse si indugia troppo su scene da Libro Cuore ma il tutto è contrapposto ad una cinica spietatezza; male e bene sono nettamente divisi e se i cattivi pensano solo a fare il loro mestiere senza domande allora anche i buoni fanno il loro senza riflettere, insomma un mondo dove il bianco è bianco ed il nero è nero. Ma non fraintendetemi, non considero tutto ciò un difetto poiché è inserita in una scelta stilistica e in una tradizione di animazione giapponese ben definita. Tutto rientra in quel tipo di scenario.
E a noi non resta che fare il tifo e vi assicuro che lo farete.
E alla soglia dei 27 anni mi son ritrovato al cinema emozionato nel poter vedere su grande schermo le membra esplose con la tecnica Hokuto (o i corpi affettati del Nanto style).
La storia del film è una porzione della prima serie animata in cui Ken deve vedersela con Sauzer e la sua brama imperialista (per chi conosce la storia di Ken è inutile che mi dilunghi, per coloro non la conoscessero non mi dilungo ugualmente).
Le vicende e le atmosfere sono rimaste immutate, i disegni sono meno rozzi così come il ritmo è modificato in virtù del respiro cinematografico. Certo i personaggi mantengono una certa caratterizzazione ottusamente idealista e forse si indugia troppo su scene da Libro Cuore ma il tutto è contrapposto ad una cinica spietatezza; male e bene sono nettamente divisi e se i cattivi pensano solo a fare il loro mestiere senza domande allora anche i buoni fanno il loro senza riflettere, insomma un mondo dove il bianco è bianco ed il nero è nero. Ma non fraintendetemi, non considero tutto ciò un difetto poiché è inserita in una scelta stilistica e in una tradizione di animazione giapponese ben definita. Tutto rientra in quel tipo di scenario.
E a noi non resta che fare il tifo e vi assicuro che lo farete.
2 commenti:
Souther, non Sauzer! ;)
Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Non so com'è il film, ma nell'anime e nel manga è una storia molto bella e profonda, è una delle 3 uniche volte in cui ken è stato sconfitto e si è trovato in serissima difficoltà.
Bella e profonda anche perchè alla fine (non so nel film) si scopre che Souther in realtà non è così cattivello come vuol farci credere...
nel film souther (va meglio cosi?) è preso solo dalla sua narcisistica voglia di potere, non ci da modo di vedere altro.
Posta un commento