27 febbraio 2009

Ladies & Gentlemen... IL TEXONE DI MAGNUS

Non sono un lettore di Tex, naturalmente da appassionato del Fumetto lo conosco abbastanza bene, ma non ci vado dietro più di tanto. Però la ristampa del Tex "gigante" del 1996 è imperdibile.
Disegni di Magnus, l'ultima sua creazione dopo un lavoro di sette anni. Un lavoro stupendo.
La serie "gigante" di Tex è concettualmente intrigante, ovvero come si rapportano con il mostro sacro dell'immaginario italiano fumettisti che generalmente lavorano fuori dagli ambienti Bonelli o almeno fuori dalla serie regolare. Il risultato è spesso notevole e raggiunge picchi eccelsi come nel caso della "valle del terrore" ovvero del cosiddetto texone di cui parlo in questo post.
La storia (di Claudio Nizzi) è gradevole, con un Tex e Carson particolarmente di scena e naturalmente ci sono quei disegni... Sono sublimi, con tutta la maniacale cura del dettaglio di una personalissima ligne claire grazie alla quale ti ritrovi fra le mani un medium di contatto con un fascinoso mondo che si fa quasi palpabile.
Dopo averlo letto ora me lo colloco in bella mostra affianco all'altro pregevole numero disegnato da Guido Buzzelli.
Bhe, cari beccacioni (come direbbe Kit Carson), vi lascio qualche immagine (come al solito cliccare per ingrandire).

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Riferimenti:
- NIZZI/MAGNUS;
La valle del terrore; Tex "Speciale N°9", Sergio Bonelli Editore 1996 (Inedito)
- NIZZI/MAGNUS;
La valle del terrore; Tex "Stella d'oro N°9", Sergio Bonelli Editore 2009 (Ristampa)
- Sito Sergio Bonelli Editore
- su Tex
- Sito ufficiale su Magnus

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Questi disegni che mi hai postato mi hanno lasciato letteralmente senza fiato... E ora capisco perchè l'autore ci abbia messo 8 anni.

Anonimo ha detto...

Il Tex(one) del 1996
La doppia realtà di Magnus
di Alessandro Gaudio

Fin dalla nascita dei comics, ad una sequenza progressiva di pittogrammi si sono accompagnati, quasi sempre, elementi di scrittura fonetica. “La valle del terrore” non costituisce un’eccezione: anche se le tecniche di disegno di Magnus possono attirare l’attenzione(chiaro/scuro estremamente “reale” e tratto deciso ), la relazione verticale tra vignetta e testo è pienamente rispettata; né iconicità , né narrazione sono in grado di prevalere l’una sull’altra: sono sullo stesso piano.
Certo, la significatività con cui Magnus caratterizza le macrounità è paragonabile, per naturalezza, solo al movimento che Tex mette in atto nel momento in cui deve estrarre la pistola dalla fondina. Un parallelismo di questo genere tra il livello “iconico-sintattico” di chi disegna e il livello strettamente “narrativo” del cow-.boy, la dice lunga su ciò che, in sette anni, è riuscito a realizzare l’artista bolognese.
Per rendere ancora più sua quest’opera, Magnus le ha impresso il suo “marchio di fabbrica”: l’omino con i baffi che appare, per la prima volta, nella tavola di pagina 58(terza vignetta), non è altro che la sua “proiezione” presente, da sempre, in tutte le sue realizzazioni.Un elemento interno alla vignetta definisce la macrounità significativa dell’insieme.(…)”Arieggiare” così un fumetto può sembrare fuori luogo, eccessivo, può mettere a repentaglio la significatività della diegesi; ma la trovata di Magnus è sottile, nascosta, non-ingombrante e priva di qualsiasi rischio.


Il Tex(one) di Magnus,2
Il dettaglio significante
di Alessandro Gaudio

Grandioso l’insieme di tavole che ci si presenta davanti; così come ottimale la selezione delle vignette.(…)In una figura, infatti, significante e significato sono contemporanei; ma bisogna tener conto dello stretto rapporto di dipendenza interna che si viene a creare fra testo e icona. Chi disegna deve, necessariamente, tener conto di tutto questo. Uno dei metodi utili per avvicinare la vignetta al balloon ci è fornito dalla vasta gamma di inquadrature che si possono realizzare. Prendiamo, come esempio, la tavola di pagina 35: si comincia con un’inquadratura tradizionale, ad altezza d’uomo, la cui funzione è presentarci i personaggi nel modo più “oggettivo”possibile. La seconda vignetta è un “primo piano” di Tom Devlin(funzione “euforica” del montaggio) a cui segue un allontanamento progressivo della “macchina da presa” che arriva ad inquadrare Tex e Kit di spalle; lo’ultima “visione”(vignetta finale della tavola) è dall’alto(funzione panoramico-esplicativa).
Questa pagina, grazie alla sua pluri-soggettività , fornisce un valido esempio di quante e quali “inquadrature” siano possibili per rendere meglio la “drammaticità” del momento e per accordare le “immagini” alla temporalità dei balloons.(…)Un’equilibrata estetica che, talvolta, si lancia alla ricerca di un particolare, di un dettaglio che dia al testo un significato: un dettaglio, dunque, significante. Quali sono in questo senso le vignette più significative, dove possiamo trovare il dettaglio che comunica?
La seconda della tavola di pagina 76; la terza e la quinta della tavola di pagina 196; la quarta della tavola di pagina 236. Un coltello durante la sua “corsa”, una corda spezzata da un proiettile, i frammenti di un bicchiere che si infrange: l’equilibrio estetico di Magnus è rafforzato da queste “digressioni” ed è così ancor più utile alla comunicazione necessaria tra testo e referente: l’informazione che raggiunge il lettore è particolareggiata e completo. Certo il disegnatore bolognese ci mette qualcosa di suo, qualcosa che , in un particolare, riesce a fornire la grandezza dell’insieme: una metonimia elevata al massimo grado che esalta sia l’infinitamente piccolo, sia l’infinitamente grande.

(da: Alessandro Gaudio, L’alta definizione ne “La valle del terrore”. Semantica del “Tex” disegnato da Magnus, copyright 1996)

Nizzi-Magnus, “Tex.La valle del terrore”,Sergio Bonelli editore, Milano 1996

Anonimo ha detto...

Assolutamente d'accordo con lei. In questo nulla in vi e credo che questa sia una buona idea. Pienamente d'accordo con lei.
Assolutamente d'accordo con lei. Mi piace questa idea, sono pienamente d'accordo con te.