02 giugno 2008

I bambini delle Mosche


Il Signore delle Mosche.

Durante un conflitto planetario un aereo precipita su un'isola deserta, i naufraghi sono un gruppo di bambini e ragazzini alle prese con una improvvisa ed imprevista libertà.
Può sembrare il precursore della serie televisiva "Lost" ma qui tutto si fa gradualmente più cinico e spietato, anche qui vediamo il formarsi di gerarchie e di tentativi di organizzazione sociale, abbiamo una misteriosa presenza, ad un certo punto avremo anche "gli altri" e la sensazione di un esperimento documentaristico ma siamo lontani dal controllo razionale che mantengono i bellocci personaggi visti in tv. I piccoli uomini del romanzo iniziano vivendo l'esperienza come un gioco, sembra quasi che non vogliano essere ritrovati che possano costruire una società ideale ma per i ragazzini è facile accantonare il loro rapporto con la perduta civiltà a favore dell'irrazionale e del selvaggio, i "bambini perduti dell'isola che nn c'è" hanno smarrito la loro guida e gli ordini precostituiti dell'uomo moderno non hanno più senso sconfitti da una nuova bestiale moralità.

L'isola deserta ha sempre avuto il suo fascino forse perché ci stimola nell'immaginarci in prima persona alle prese con una situazione così estrema, convincerci di avere le soluzioni ai problemi e che la nostra esperienza e il nostro ingegno di esseri superiori basti ad ovviare a delle oggettive difficoltà ma durante il libro i nostri consigli, che suggeriamo di nascosto ai protagonisti, vengono regolarmente disattesi e non possiamo neanche sperare nei canonici risvolti narrativi poiché nell'isola le regole non sono quelle dell'uomo ma quelle della natura.

La società come un orpello, la morale rivista nel nuovo contesto, l'instinto elevato a primo referente; William Golding, l'autore del libro, ci mostra una umanità senza retorica in cui l'uomo deve fronteggiare la propria ancestralità, la propria natura non ancora domita da pochi millenni di civile autocontrollo.


Riferimenti:
- W. GOLDING, Il Signore delle Mosche, UK 1954
- L'immagine è tratta dalla trasposizione cinematografica del 1963 diretta da Peter Brook
- William Golding, premio nobel per la letteratura nel 1983

4 commenti:

Unknown ha detto...

Interessante... devo cercar di verere la trasposizione cinematografica...

Anonimo ha detto...

2 maroni stò sito... ogni volta che commento, quando dico "Pubblica" mi dà pagina di errore e cancella tutto, non si può + tornare indietro!

Comunque bellissimo quel libro, a me lo regalò la mia prof di sostegno in 3o liceo, pensavo fosse un libro noioso... e invece la lettura mi ha molto coinvolto. Penso che questo libro debba essere uno dei classici che chiunque dovrebbe leggere, al pari di 1984 o Robinson Crusoè.

Comunque impeccabile il commento e l'analisi che hai fatto sul libro, tuttavia io aggiungerei due dettagli importanti.

Uno: Golding con questo libro mirava anche a smontare il mito di Robinson Crusoe (all'epoca molto in voga, Crusoe celebra la vittoria dell'ingegno dell'uomo sulla natura ed esalta la superiorità della civiltà moderna sulle popolazioni indigene). L'autore del signore delle mosche infatti ha una visione molto pessimistica della natura dell'essere umano, che secondo lui è intrinsecamente malvagia e distruttiva.

Due: Lost è palesemente ispirato al Signore Delle Mosche, ha molte caratteristiche presenti nel libro. Una conferma verrebbe dal fatto che ad un certo punto della serie uno dei protagonisti cita proprio il libro di William Golding.

Fabio Erasmo ha detto...

Flip, mi sto procurando il film, poi te lo passo anche se ti consiglio cmq il libro. tra l'altro in tempi recenti pare abbiano realizzato un nuovo remake però temo di non grossa qualità.

Xad, l'errore che dici tu è una opzione che ho aggiunto volontariamente che si chiama il "vaicontroavittoriano" e consiste nel dar fastidio solo ed esclusivamente a te.

Anonimo ha detto...

Sarà, però oggi ho fatto 3 commenti senza problemi (questo compreso!)... vedo che hai levato quell'opzione XD