09 giugno 2008

Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo



Tan-ta-ta-taan tan-ta-taan Tan-ta-ta-taan Tan-ta-ta-tan-tan

Finalmente son riusciuto a vedere questo quarto capitolo di Indiana Jones!

Mi è piaciuto e soprattutto mi ha divertito; pensavo di vedere una versione sottotono rispetto ai tre precedenti cult anni '80, una versione riadattata allo spirito dei nostri giorni e ad un pubblico dalle estetiche diverse invece a Spielberg va il plauso di aver mantenuto intatta l'anima dell'avventuroso archeologo.

La verve è quella dei passati episodi: esotismo, animalacci, azione, mistero, cappelli recuperati, crolli. I nuovi inseguitori non sono più i nazisti della seconda guerra mondiale ma i comunisti del '57 rappresentati in uno stile retrò non revisionista ma che strizza l'occhio alle tipizzazioni pre-caduta del Muro e per questo godibilissimi come cattivi di turno. Le scene d'azione per quanto iperboliche non sono fastidiose per come giostrano fra ironia e acrobazia, non assistiamo alle spacconaggini cool del figo di turno ma ad un gioco in cui il regista mette tutta la voglia di non prendersi sul serio. Da dire che temevo la presenza della giovane figura affiancata ad Indiana Jones invece non sconfina dal suo ruolo di spalla.

Ed è un film in cui c'è molto "mestiere", sceneggiatura e regia (Lucas/Spielberg i nomi parlano da se) stuzzicano i ricordi dei vecchi fun e la curiosità dei nuovi spettatori (impeccabile ad esempio il primo ingresso in scena di Indy) e le scene corali così come i dialoghi fitti rendono il tutto molto accattivante.
Non sembrano siano passati quasi vent'anni dall'ultimo episodio, si è riusciti a conservare lo spirito e i cliché del personaggio senza perdere in freschezza (cosa che generalmente accade), Spielberg si avvale come sempre del meglio della tecnologia cinematografica disponibile e anche se la cifra stilistica è quella degli anni '80 il regista difficilmente sarebbe riuscito in passato a produrre le grandi scene ad affetto del finale e dell'esplosione nucleare agli inizi.

A dimenticavo, immutato rimane il carattere distruttivo dell'archeologo Jones; ciò che mi ha sempre fatto piangere il cuore nei suoi film è che tutti questi reperti archeologici, resistiti per millenni, fanno immancabilmente una brutta quanto repentina fine.


Riferimenti:
- Scheda Film
- La colonna sonora di Indiana Jones è del maestro John Williams

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