30 settembre 2008

Fabio Picchi, un eroe dei fuochi


Il cuoco nell'accezione di artista è sempre una figura alquanto irritante, forse perché la cucina è un'arte se oltre agli occhi e all'udito riesce ad appagare tanto la punta della lingua quanto lo stomaco. Il cibo è qualcosa di sociale e i sofisticati piatti generalmente proposti sono un contrasto con i piaceri di una spensierata compagnia.

Ci sono però cuochi che amano cucinare ed amano far mangiare, sono quei cuochi che provano piacere nella soddisfazione della gente e non in narcisistiche composizioni.

Un nome su tutti: il mitico Fabio Picchi.

Lo si vede generalmente nelle rubriche post TG2. Toscano, di quella toscanità energica e giocosa, un filosofo del piacere che mentre cucina ci spiega (e mostra) la differenza fra un cuoco che ama mangiare e uno che non ama mangiare. Non si tira indietro nell'utilizzare gli avanzi con la sicurezza di chi conosce i propri strumenti e sa piegare gli elementi al proprio volere. Tutti gli alimenti hanno la stessa dignità e capacità di scatenare la gioia del cibo. Se vede poi un uovo gli si brillano gli occhietti. Poeta delle frittate, se fosse vissuto con Archimede avrebbe detto: "datemi un uovo e vi solleverò il mondo!"


Riferimenti:
- Fabio Picchi lo trovate nel suo ristorante, il "Cibrèo", a Firenze;
- In TV potete vederlo nella rubrica "Eat Parade" in coda al TG2 delle 13:00;
- Sito ufficiale di Fabio Picchi.

29 settembre 2008

Desktop Story (ep.5)


Anno 2002, nei negozi esce la seconda antologia degli U2, quella dedicata al decennio 1990-2000.
Col CD è compreso un DVD promozionale, quello che vedete è uno screenshot del trailer all'interno. Uno dei primi desktop del mio primo computer dopo l'eterno "386".

22 settembre 2008

Burn After Reading


In linea di massima un prodotto lo si può comprare a scatola chiusa quando si conosce il modo di lavorare di chi te lo vende. Così pur non sapendo nulla di questo Burn After Reading dei fratelli Coen mi sono fidato del nome pensando che la professionalità dei due registi avrebbe garantito, anche nei peggiori dei casi, un film comunque godibile. E ho fatto bene.
Una commedia? Un thriller? Una spy-story? Un po' di tutto ciò. Una narrazione intorno ad un nulla, un teatro degli equivoci che danza senza creare insofferenze, i giochi degli incastri che non stridono. Ci vuole mestiere per fare tutto ciò.
E soprattutto l'abilità di giocare con gli stereotipi. Uno stereotipo è di solito sinonimo di una certa superficialità o comunque diviene un'accezione negativa, almeno per me, ma qui i fratelli Coen con gli stereotipi ci giocano e si divertono a metterli in situazioni di crisi. La C.I.A., i ricattatori, l'ex agente, i russi, intrighi, misteri, seduzioni, investigatori privati, ci sono tutti e a tratti sembrano che facciano tutto ciò che l'immaginario colletivo voglia che facciano, peccato che c'è sempre una sfumatura di atipicità nelle situazioni tale da destabilizzarli. Memorabili i discorsi fra le alte sfere della CIA titubanti fra il mantenere un certo tono o l'ammettere di non starci a capire un cazzo.

In giro non è descritto come un capolavoro dei Coen, non voglio entrare nel giudizio però val la pena vederlo e gli attori si comportano molto bene.

13 settembre 2008

Quando l'ignoranza fa più danni dell'odio


Un certo Michelangelo La Rocca scrive: Quando ho letto che la giunta di centrodestra del Comune di Comiso aveva cambiato l'intitolazione dell'aereoporto locale a Pio La Torre, sono rimasto esterefatto. La vergogna è prevalsa sull'indignazione. Mi sono vergognato di essere italiano e siciliano. Mi sono sentito un traditore di Pio e di non meritare il suo altissimo sacrificio. Comunista, pacifista e per giunta contro la mafia: tre caratteristice inaccettabili nell'Italia e nella Sicilia di oggi, che non sopportano la memoria, il ricordo di figure così limpide, così alte, così eroiche.

Michele Serra nella sua rubrica sul Venerdì della Repubblica risponde: ...sono rimasto esterefatto anche io, che siciliano non sono. Ho immaginato la soddisfazione dei mafiosi. L'umiliazione di chi ha combattuto e combatte il crimine, e la speciale mortificazione della Sinistra siciliana erede di lotte sociali aspre, coraggiose e bagnate col sangue. In primo momento ho pensato che il motore di una decisione così meschina fosse l'odio politico. Anzi, me lo sono augurato: l'odio appartiene (purtroppo) alla durezza della politica. Ma poi leggendo gli sviluppi della vicenda e le dichiarazioni dei governanti di Comiso, mi è parso di cogliere altro, e forse peggio: l'ignoranza. Un atto innescato più dalla sciatteria civile, dall'impreparazione culturale, che dalla pura faziosità politica.
Le dico francamente che questa ignoranza mi fa paura almeno quanto l'odio di parte. Perché se l'odio di parte è in qualche modo mediabile, e rimediabile, dalla dialettica politica, l'ignoranza non lo è. Sapere chi fu Pio La Torre e perché morì (ebbe l'ardire di promuovere una legislazione antimafia molto drastica), mette in condizione di scegliere se essere dalla sua parte oppure no, onorarne la memoria oppure rinnegarla. Ma non saperlo abbastanza, oppure non saperlo affatto, e dunque giudicare la titolazione di un aereoporto in base a vaghe ripicche politiche, a beghe toponomastiche come ce ne sono tante, espone solamente al ridicolo...

Inutile dire che mi sono ritrovato in pieno con queste linee di pensiero. E non solo perché parlano di una figura vicino al mio modo di vedere politico ma perché ormai convinto di una effettiva deriva culturale che tende ad emarginare la storia. Ci vogliono ignoranti, ci vogliono pecore.
E credo che queste siano tematiche bipartisan, ideologie, non politiche, ma civili. La mafia non ha colpito le idee politiche (vittima fu La Torre, comunista, come lo fu Paolo Borsellino, miessino) ma le persone, e Rita Borsellino disse: Spesso ho la sensazione che, alle commemorazioni ufficiali, qualcuno venga per accertarsi che Paolo sia morto davvero. Perché fa ancora paura, anche da morto.



Riferimenti:
- Chi era Pio La Torre? leggi, leggi
- I principi elaborati da Pio La Torre per la legislazione antimafia furono utilizzati dopo la sua morte e nel 2000 presi ad esempio dall'ONU nella conferenza sulle criminalità organizzate.
- Il titolo di questo post riprende il titolo scelto da Serra per la sua rubrica.
- Gli scritti riportati fanno parte della rubrica "Per Posta" di Michele Serra sul numero 1069 del 12 settembre 2008 de "Il venerdì di Repubblica".


12 settembre 2008

"Un Giorno Perfetto" per Ozpetek


"Un giorno perfetto"; perfetto nella sua accezione negativa, in cui tutto ciò che può bastonarti non solo lo fa ma ne rincara anche la dose.

Un film tragico e come ogni film tragico va visto con la consapevolezza del tragico. Se vi attira quel "simpaticone" di Mastandrea, ad esempio, è meglio far finta che questa pellicola non esista.

Quest'ultima opera di Ozpetek, da un libro omonimo della Mazzucco, lascia sicuramente un senso di angoscia (quindi come minimo sul lato delle sensazioni ha la siua efficacia) però la narrazione mi lascia un senso di "mancanza". Non so definire bene, è come se non riuscisse a sfruttare fino in fondo le proprie potenzialità. Certo il tutto è compensanto da uno stile di regia abile, abile ad esempio nell'uso di una certa molteciplità dei piani nella ripresa o nella fotografia, giocando molto con oggetti a fuoco e oggetti sfocati, oppure nell'audio ottimamente calibrato all'ampliare certe sensazioni ed emozioni. Nel complesso un film che si muove nella sufficienza e naturalmente da vedere con un bollino che avvisi "ATTENZIONE TRISTEZZA IN AGGUATO".



Riferimenti:
- F. OZPETEK, Un giorno perfetto; 2008

09 settembre 2008

Le "Notti Eterne" di Neil Gaiman


Letto un 10 giorni fa, "Notti Eterne" di Neil Gaiman è una raccolta di 7 racconti brevi, ognuno dedicato ad uno dei sette Eterni. Chi già conosce la saga di Sandman sa di chi parlo, chi non la conoscesse non posso far altro che consigliarne la lettura.

I racconti, tutti scritti da Gaiman, presentano ai disegni sette diversi artisti rendendo l'opera una sorta di tributo alle atmosfere della saga.
I titoli prendono il nome, di volta in volta, dell'eterno protagonista.

-1- Death (disegni di P.C. Russell) La grande sorellina morte ha sempre il suo fascino.
-2- Desiderio (M. Manara) Gli impeccabili disegni di manara e le sue donne sono noti.
-3- Sogno (M. Prado) la più bella sia per la storia che per i disegni
-4- Disperazione (B. Storey) 15 pagine-ritratto. Molto ostico nel suo metalinguismo.
-5- Delirio (B. Sienkiewicz) Molto delirante, da rileggere per coglierne l'insieme.
-6- Distruzione (G. Fabry) Onestamente l'ho trovata un po sempliciotta come storia.
-7- Destino (F. Quitely) Più che un racconto una passerella finale. belle però le scenografie.

Concludo con una tavola estrapolata. I disegni son di Manara che coglie alla perfezione l'indefinibile fascino di Desiderio.



Riferimenti:
- N. GAIMAN; Eternal Nights; DC Comics 2003
- N. GAIMAN; Notti Eterne; Magic Press 2004 (edizione italiana)
- Il Sandman di Neil Gaiman su uBC Fumetti
- Homepage di Neil Gaiman


05 settembre 2008

Un panda al suon di UA-TTAAAAA'


M. OSBORNE, J. STEVENSON; Kung-Fu Panda; DreamWorks 2008.

Divertente. Vai al cinema con l'intenzione di ridere e passare piacevolmente il tempo e lo fai e ciò fa perdonare la trama decisamente semplice e prevedibile. Un buon lavoro di mestiere.

Piccola annotazione, la grafica 3D ormai è cosa assodata ed è diventata la normalità, non a caso il maggior interesse, dal punto di vista prettamente grafico, l'ho trovato nella sequenza iniziale in 2D. Forse l'animazione americana inizierà a contemplare, come ulteriore evoluzione parallela, un passo indietro con una rielaborazione di "disegni piani"?

Tornando al film solo una cosetta non mi è piaciuta, e non riguarda il film in sestesso ma la versione italiana. Nei titoli di coda l'animazione continua permettendo, nell'originale, di presentare le voci dei doppiatori (in america molte voci note); nella versione italiana durante questo riepilogo finale dei personaggi, hanno segnalato soltanto la voce del protagonista, interpretata da Fabio Volo. Trovo ingiusto questo trattamento di riguardo verso il personaggio noto a discapito di quei professionisti che col loro costante lavoro rendono il campo del doppiaggio in italiano un vanto nazionale. Quindi riporto qui l'intero elenco delle voci italiane:

Fabio Volo: Po
Angelo Maggi: Scimmia
Eros Pagni: Shifu
Francesca Fiorentini: Tigre
Tiziana Avarista: Vipera
Fabrizio Pucci: Tai Lung
Danilo De Girolamo: Gru
Simone Mori: Mantide
Claudio Fattoretto: Comandante Vachir
Francesco Vairano: Mr. Ping
Massimiliano Alto: Zeng
Dante Biagioni: Oogway


Riferimenti:
- Scheda del film
- Wiki

03 settembre 2008

Il caro horror di una volta...


Non mi piace generalizzare i confronti fra passato e presente, quindi non dovrei cadere nella solita frase per cui gli horror contemporanei nulla hanno a che vedere con quelli del passato.
Oggettivamente è naturale che stile e tecnica siano chiaramente differenti ma film come quello che ho visto due sere fà in tv scardinano il mio tentativo di non aver pregiudizi verso le opere più recenti o troppa nostalgia per i vecchi classici.
The Breed, che si traduce con "La Razza" ma che i distributori italiani hanno tenuto a precisare traducendolo "La razza del male", vecchio vizio italiano di prendersi licenze nelle traduzioni dei titoli.
Senza divulgarsi potremmo dire che siamo di fronte ad una versione canina degli uccelli di Hitchcock, sperando però che il maestro non si offenda nel paragone, e con protagonisti alla Halloween.
Un film poco convinto tanto nella trama tanto nelle atmosfere e con un finale che vorrebbe essere "aperto" ma che in realtà appare "tronco".
Certo stiamo parlando di un'opera di secondo piano ma è proprio nel confronto con i cosiddetti B-movies anni '70 e '80 che il confronto resta impietoso. Ed è una riflessione applicabile alla maggior parte dell'horror dagli anni '90 in poi, da quando il genere si è voluto patinare e razionalizzare.
E riprendo l'immagine iniziale come icona; la voglia di prendersi in giro, il ludico nel macabro ed il macabro nel ludico, concentrarsi sugli effetti piuttosto che sulle ragioni, il piacere dell'irrazionale, queste potrebbero essere alcune delle lacune del cinema attuale di genere.

Riferimenti:
- in foto Alfred Hitchcock ed i suoi uccelli.
- The Breed, film U.S.A del 2006 di Nicholas Mastandrea.

01 settembre 2008

Fischio d'inizio (doppio)


E si torna a giocare!
Campionato e Fantacampionato.
Olè!