"Un giorno perfetto"; perfetto nella sua accezione negativa, in cui tutto ciò che può bastonarti non solo lo fa ma ne rincara anche la dose.
Un film tragico e come ogni film tragico va visto con la consapevolezza del tragico. Se vi attira quel "simpaticone" di Mastandrea, ad esempio, è meglio far finta che questa pellicola non esista.
Quest'ultima opera di Ozpetek, da un libro omonimo della Mazzucco, lascia sicuramente un senso di angoscia (quindi come minimo sul lato delle sensazioni ha la siua efficacia) però la narrazione mi lascia un senso di "mancanza". Non so definire bene, è come se non riuscisse a sfruttare fino in fondo le proprie potenzialità. Certo il tutto è compensanto da uno stile di regia abile, abile ad esempio nell'uso di una certa molteciplità dei piani nella ripresa o nella fotografia, giocando molto con oggetti a fuoco e oggetti sfocati, oppure nell'audio ottimamente calibrato all'ampliare certe sensazioni ed emozioni. Nel complesso un film che si muove nella sufficienza e naturalmente da vedere con un bollino che avvisi "ATTENZIONE TRISTEZZA IN AGGUATO".
Riferimenti:
- F. OZPETEK, Un giorno perfetto; 2008
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