22 settembre 2008

Burn After Reading


In linea di massima un prodotto lo si può comprare a scatola chiusa quando si conosce il modo di lavorare di chi te lo vende. Così pur non sapendo nulla di questo Burn After Reading dei fratelli Coen mi sono fidato del nome pensando che la professionalità dei due registi avrebbe garantito, anche nei peggiori dei casi, un film comunque godibile. E ho fatto bene.
Una commedia? Un thriller? Una spy-story? Un po' di tutto ciò. Una narrazione intorno ad un nulla, un teatro degli equivoci che danza senza creare insofferenze, i giochi degli incastri che non stridono. Ci vuole mestiere per fare tutto ciò.
E soprattutto l'abilità di giocare con gli stereotipi. Uno stereotipo è di solito sinonimo di una certa superficialità o comunque diviene un'accezione negativa, almeno per me, ma qui i fratelli Coen con gli stereotipi ci giocano e si divertono a metterli in situazioni di crisi. La C.I.A., i ricattatori, l'ex agente, i russi, intrighi, misteri, seduzioni, investigatori privati, ci sono tutti e a tratti sembrano che facciano tutto ciò che l'immaginario colletivo voglia che facciano, peccato che c'è sempre una sfumatura di atipicità nelle situazioni tale da destabilizzarli. Memorabili i discorsi fra le alte sfere della CIA titubanti fra il mantenere un certo tono o l'ammettere di non starci a capire un cazzo.

In giro non è descritto come un capolavoro dei Coen, non voglio entrare nel giudizio però val la pena vederlo e gli attori si comportano molto bene.

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